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Alla fine è arrivata: la patata responsive!

Già nel 2009 Doritos iniziò a usare la patata come medium geek, usando il pack come trigger per mostrare un concerto del Blink 182 in Realtà Aumentata.

La patata* è diventata responsive.

Quest’anno, la solita Goodby, Silverstein and Partners (storica agenzia autrice di Got Milk?, che per Doritos aveva già realizzato il sito Hotel626, e i Blink 182 in AR) per l’altro Brand Tostitos (sempre del gruppo Frito-Lay) stavolta si è inventata una Party Bag responsive, che misura quanto hai bevuto, e nel caso ti chiama una Uber.
Soffia nella busta, e se sensore rileva tracce di alcool, compare un volante rosso con un codice Uber e un messaggio “Don’t drink and drive”.
La cultura responsive continua a farsi strada. E noi continuiamo a diventare “portatori sani di big data”: i gadget e le interfacce con cui conviviamo convertono ogni nostro respiro (in questo caso, letteralmente) in dati, in informazioni che le brand usano – a volte – per offrirci dei servizi utili, come in questo caso.

Ah, c’è anche un sensore NFC, per fare “tap” sulla busta con lo smartphone e chiamare la Uber.

*lo so, non sono patate, sono tortilla chips: ma la battuta non avrebbe funzionato!

 


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