Iniziamo il 2019 con una dose di invidia. Che serve sempre, perché ciò che si invidia poi si imita.
Quindi, impariamo a invidiare le creatività #wishididthat del 2018 appena concluso.
Primo della lista, il vincitore del #superbowl2018, che è soltanto il momento advertising più importante del pianeta terra. L'attore di una delle serie più #hot del momento (David Harbour di #strangerthings), un punto di vista davvero laterale e inaspettato, una scrittura umoristica al punto giusto, per uno spot che ci piace invidiare.
Nel 2018 mi sono dedicato ad applicare creatività e strategie di marketing alla mia città, Piacenza (ne scriverò in un prossimo post). I risultati sono stati sufficientemente invidiati da altri "competitor", quindi a posto così.
Ovviamente, la legge del contrappasso mi ha subito colpito, con lo spot Nike su Londra: un capolavoro in lo spirito dei londinesi è l'idea creativa, e viceversa. Il tutto, raccontato con una eccellenza produttiva che... invidia!!!
L'uomo che tutti i #nerd invidiano: Elon Musk.
Il #viral #content dell'anno è stato sicuramente un'idea che si è fatto in casa (agenzie di pubblicità, ve ne siete accorte?), con la sua auto (letteralmente) spedita verso Marte su un suo razzo #SpaceX, con la colonna sonora di David #Bowie, e un omaggio a #guidagalattica per autostoppisti (la scritta Don't Panic sul monitor del cruscotto). I #meme si sono ovviamente scatenati.
Nel 2018 #Justdoit di Nike ha compiuto 30 anni.
La Brand ha festeggiato in pieno spirito justdoit, spingendosi oltre, e assumendosi dei rischi: con una serie di annunci con Colin Kaepernick, il quarterback che nel 2016 si è inginocchiato durante l'inno nazionale in segno di protesta contro la violenza della polizia. Decisione che ha fatto parlare, che si è attirata critiche, ma che dimostra come un payoff vecchio di 30 anni possa ancora avere un potenziale.
Se dato in mano a dei #copywriter che sanno farsi invidiare da chi crede che un copy sia la tag in fondo al visual, ovviamente.
Nel 2019 riscopriamo tutti l'arte del copywriting, ok?
Come può un Brand farsi notare dal pubblico facendo qualcosa di utile per il pubblico?
Invidiamo e imitiamo #Burgerking, che ha deciso di spiegare ai suoi clienti cosa sia la net neutrality nello spirito #mockvertising già percorso anni fa con #whopperfreakout.
Ecco l'idea: per far capire come funziona la net neutrality, un Burger King ha servito i Whoppers a velocità differenti, in rapporto a quanto i clienti erano disposti a pagare.
Questo creatività dimostra che la viralità che funziona non si basa sul numero di like (che possono nascondere un #vampiro virale) ma sulla call to action che la Brand riesce a generare sul pubblico.
In questo caso, la partecipazione alla petizione in difesa della Net Neutrality. Che poi la petizione abbia avuto successo o no è un'altra storia, politica.
Il successo virale di Burger King è stato invidiabile.
Una campagna #virale non è necessariamente digitale.
Stabilo ce lo dimostra con la campagna #stampa "highlight the remarkable".
In un momento in cui le tematiche della #diversity stanno diventando finalmente più diffuse e rilevanti, e anche in considerazione del movimento #metoo, Stabilo ha fatto del sano "reactive marketing", facendosi pubblicità con un messaggio evidentemente centrato sul prodotto così come su una tematica cruciale e fondamentale: facendoci invidiare le donne che hanno fatto la Storia.
Non pretendo di esaurire con questa lista le creatività migliori del 2018. Quello che pretendo, invece, è affermare che se invidiassimo, e imitassimo, anche solo queste 6, il 2019 potrebbe diventare un anno magnifico per la pubblicità, e non solo.